sabato 23 gennaio 2010



Odiare Venezia




Odiare Venezia,  Perché odiarla? Perché Venezia non è reale, non è dei nostri tempi, non ha niente in comune con la vita di tutti i giorni, perché è legata ai ricordi di persone, fatti, sentimenti che non ci sono più. Alcuni se ne sono andati per mia scelta, altri per fatti loro, altri ancora perché fluivano come l’acqua della laguna. Quell’acqua che puzza, come i vecchi ricordi, che se stagnano marciscono e fanno marcire. Come i fiori: belli colorati, profumati, romantici. Durano poco e poi… sono sempre gli stessi ma sono appassiti, tristi, puzzolenti e bisogna  buttarli  via, toglierli dalla vista ed il ricordo di prima è sopraffatto dalla pesantezza del presente che cancella quello che c’era. Il presente. Venezia è il presente, il ricordo di quello che non c’è più: malinconia allo stato liquido, desiderio di non esserci, ma per andare dove? Ed allora viviamo l’esperienza del dolore a tutti i costi, ed ecco che cominciano a galleggiare cose, situazioni, sensazioni, desideri che non c’erano più. Non è vero c’erano, stavano sotto, Venezia e le sue maree le hanno fatte tornare a galla, ti tocca vederle. Sono vecchie ed appassite, non hanno più il profumo, il colore l’intensità di un tempo; indietro non  si torna, la corrente va da una parte sola.
Vivendo il presente cerchiamo di creare delle nuove cose, fatti e sentimenti da non buttare da conservare, da trattenere, da stringere, da conservare. Qui non si può. Qui c’è l’acqua e l’acqua scorre come la vita. Niente più è lo stesso: non si guarda più come una volta, non si ama più come una volta. Si pensa, sempre come una volta, ma il resto è cambiato, la distanza tra l’anima ed il corpo è sempre più grande. Perché il corpo invecchia con velocità e l’anima è sempre quella del bambino?
Il bambino vorrebbe giocare con l’acqua, bagnarsi, nuotare ed invece il peso del corpo, delle esperienze non lo permettono. Allora abbandoniamo l’acqua non è per me. Venezia città dell’acqua ha degli alberi? Si ragazzi ed allora il rifugio è nei giardini, in quelli nascosti dove il tempo scorre più lento, le ombre sono più intense, non ci sono turisti, il cancello è segreto. Adesso la vista è cambiata, comincio a guardare quello che non ho mai visto, le gondole ed i gondolieri, piazza San Marco ed i colombi. 

1 commento:

  1. so much emotion and reflection in your writing.

    venice, is so important to me, always.
    i am always fascinated and drawn into the mystery.

    go to the accademia and look, really look, at those
    marvelous paintings, sit in florian and watch the
    people, and on sunday go to mass at san marco.
    walk around an area which i find authentic, s.basile?
    visit torcello, and look at venezia from the water.
    a figment of the imagination?

    yes, it raises many questions on time, aging, history,
    and life. it makes us think about beauty and time.
    the influence of water on architecture.
    john singer sargent...and so many others who were
    drawn to la serenissima. what made them go, stay,
    write and paint?

    it seems like you are in venice for the weekend!
    i need to return, to wander, to get lost in the viccoli,
    in my thoughts, with my camera...

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